L’ANDAMENTO DELLE STATISTICHE SULLA SALUTE DEI LAVORATORI
In Italia si registra un aumento esponenziale delle malattie professionali.
Se una volta le principali patologie erano la silicosi, l’asbestosi, le malattie da metalli, l’asma bronchiale allergica e le ipoacusie da rumore, oggi i disturbi muscolo-scheletrici si caratterizzano come le maggiori tecnopatie.
I seguenti grafici mostrano le differenze tra le percentuali delle principali malattie professionali denunciate durante il periodo 1994-2011 nel primo caso e del periodo 2012-2017 nel secondo caso.
Se da una parte si è assistito ad un calo esponenziale dei disturbi legati al sistema uditivo, dall’altra parte possiamo notare un aumento dei disturbi connessi al sistema muscolo-scheletrico (DMS), imputabili principalmente alla problematica del sovraccarico bio-meccanico.
Nel periodo che va dal 2012 al 2017, infatti, queste malattie di origine professionale hanno ricoperto una percentuale di denunce che oscilla tra il 59% e il 65% (fonte INAIL).
Questo fenomeno è principalmente imputabile a due fattori:
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una maggiore consapevolezza dei Lavoratori a seguito di iniziative di informazione e formazione intraprese da vari Soggetti Istituzionali quali l’INAIL, le parti sociali, i Patronati, i Medici Competenti, ecc.;
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un aumento delle denunce osteo-articolari e muscolo-tendinee, per l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale del 9 aprile 2008 che ha inserito per la prima volta tali patologie nell’elenco delle tecnopatie che godono della “presunzione legale d’origine”.
COSA SONO I DISTURBI MUSCOLOSCHELETRICI DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO (DMS)?
Sono patologie legate al sistema muscolo-tendineo e osteo-articolare, e sono principalmente causate dalla movimentazione manuale dei carichi (MMC), dai movimenti rapidi e ripetitivi (SBAS) e dalle posture incongrue o affaticanti come l’ortostatismo o l’assunzione prolungata di posture statiche contratte (sedentarietà).
Questi rischi sono trattati nel titolo VI del D. Lgs. 81/08 (Direttiva n. 90/269 CEE), e nelle norme tecniche UNI ISO 11228 1-2-3, richiamate nell’allegato XXXIII del Testo Unico.
Per movimentazione manuale dei carichi (MMC) si intende qualsiasi tipo di attività che comporti operazioni di sollevamento, spostamento, trascinamento e spinta di un peso che, in particolari posizioni, possano dare origine a disturbi e patologie soprattutto a carico della zona dorso-lombare, del rachide, delle articolazioni e dei muscoli.
Queste patologie sono strettamente collegate a vari fattori come le caratteristiche fisiche del carico, lo sforzo fisico richiesto, la frequenza degli atti, l’ambiente di lavoro, le esigenze operative e la postura del Lavoratore.
Il rischio connesso al sovraccarico biomeccanico degli arti superiori viene solitamente associato ai Movimenti Rapidi e Ripetitivi (MRR), il quale ha come principali conseguenze le alterazioni dei muscoli, tendini, nervi e del sistema periferico vascolare degli arti superiori.
Questo rischio è caratterizzato dalla compartecipazione di più fattori quali la frequenza e la ripetitività dei gesti lavorativi, le necessità di un uso eccessivo della forza manuale o di operare in posizioni scorrette, la presenza di fattori complementari di rischio, come basse temperature o l’uso di vibranti che contribuiscono a modificare il sistema circolatorio e la carenza di adeguati tempi di recupero.
Le posture incongrue, l’ortostatismo e la sedentarietà possono essere identificati più in generale come rischi posturali.
L’ortostatismo prolungato causa problemi alle articolazioni, alla colonna vertebrale ed al sistema cardio-vascolare.
Allo stesso modo la sedentarietà protratta in posizioni statiche contratte porta allo stress fisico.
Il fenomeno può essere aggravato dal fatto che sono adottate posizioni che modificano la struttura fisiologica del corpo, ad esempio inarcando la schiena o accavallando le gambe.
QUALE TIPO DI VALUTAZIONE BISOGNA ESGUIRE IN FUNZIONE ALLA TIPOLOGIA DI RISCHIO?
Alla luce di questi dati è facilmente intuibile come sia molto importante prendere in considerazione questi fattori di rischio ed effettuare valutazioni dettagliate atte ad analizzare tutte le attività lavorative che possono provocare DMS.
Tra le norme tecniche da assumere come riferimento, il Testo Unico, nell’allegato XXXIII, fa riferimento alle norme UNI ISO 11228 (1, 2 e 3).
La prima suggerisce il metodo NIOSH per il sollevamento e lo spostamento, la seconda il metodo ‘’Snook-Ciriello’’ per la spinta e il traino, mentre la terza la metodologia OCRA per i movimenti ripetitivi.
Per la valutazione delle posture di lavoro, in particolare per quelle di carattere statico, fra i metodi più usati per uno screening iniziale abbiamo il metodo RULA. Questo metodo consente di eseguire una valutazione di primo livello, attraverso l’uso di una check list di raccolta ed elaborazione di informazioni utili per pianificare un eventuale studio ergonomico successivo più approfondito.
Ognuna di queste valutazioni permette di individuare il livello di rischio delle attività prese in esame e successivamente di comprendere in che modo intervenire. Ovviamente, per eseguire una corretta valutazione e ottenere un indice di rischio ragionevole, è necessario conoscere in modo esaustivo tutte le attività e le dinamiche lavorative nonché possedere un elevato livello di esperienza.
Solo in questo modo sarà possibile predisporre delle corrette misure di correzione atte alla salvaguardia della salute dei Lavoratori.